Bentivoglio Mirella*

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Titolo opera: L’(assente), Positivo-Negativo Segno-Figura

Codice: 013

Artista: Bentivoglio Mirella (1922) Klagenfurt, in Austria, Vive e lavora a Roma. Performer poesia visiva

Anno opera: 1971/1967

Nazione: Italia

Supporto: carta

Tecnica: serigrafia

Dimensioni: 50x70 cm. (con cornice e vetro 55x69 cm)

Stile: Nuova scrittura, Poesia Concreta, Poesia Visiva

Corrente artistica: neoavanguardia

Stato conservazione: buono

Ubicazione opera originale: magazzino temp. Costante gradi 16/18, piano alto, scaffale 6 basso

Descrizione: non visibile la firma dell’autrice perché confezionato, probabile firmata nel retro

Didascalia: performer, critica d’arte

Organizzato Le futuriste italiane nelle arti visive

Biografia:

Mirella Bentivoglio, nata a Klagenfurt nel 1922, vive a Roma. Ha svolto in Italia (dove risiede) attività letteraria e giornalistica dagli anni quaranta. È un’artista, poetessa e performer italiana, che opera nell’ambito delle poetiche verbo-visuali. Dal 1965 si è occupata di poesia concreta e di poesia visiva come critico e artista, creando composizioni con parole e immagini, collage, tecniche grafiche.

Impegnata nel settore verbovisivo sia come artista sia come critico, è autrice, in italiano ed in inglese, di libri di poesie di sperimentazione scrittoria, e di volumi e saggi dedicati all’operatività internazionale tra linguaggio e immagine. Sul movimento marinettiano ha tenuto seminari, conferenze, lezioni, sempre indicando la matrice futurista delle neoavanguardie, di cui fa parte.

Dalle sperimentazioni di poesia concreta, che valorizzano aspetti visivi della scrittura, è passata alla poesia visiva, che più liberamente associa scrittura e immagine, e alla poesia-oggetto, che opera interventi linguistici su oggetti e ambienti. Ha curato numerose iniziative di arte al femminile in Italia e all’estero, tra cui una mostra storica di ottanta donne alla Biennale di Venezia nel 1978. Ha dedicato ricerche di tipo storico alle artiste del Futurismo italiano. Ha pubblicato poesie in volume per l'editore Scheiwiller nel 1943 e successivamente per Vallecchi. Ha pubblicato monografie e saggi in Italia e all’estero (Francia, Stati Uniti, Olanda, Germania), editi, tra gli altri, da Fabbri, Mazzotta, Eidos. Compiuti gli studi in Italia, in Inghilterra e in Svizzera, ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie nel 1943 (Giardino). Dalla seconda metà degli anni Sessanta ha cominciato a lavorare nell'ambito della poesia concreta e visiva (Gabbia: Ho, 1966; Monumento, 1966; Fiore nero, 1971) sperimentando tecniche diverse, dai segni tipografici al collage, al fotocollage. Accanto a testi poetici tridimensionali (Pagina-finestra, 1971), la sua ricerca si è sempre più incentrata sul rapporto, giocoso o inquietante, tra parola, immagine e simbolo, elaborando poesie-oggetto, installazioni e performances, nelle quali motivi ricorrenti sono l'uovo, il libro, l'albero (L'Ovo di Gubbio, 1976; Arbor inversa, 1979; Operazione Orfeo - L'uovo nella caverna, 1982-85; Il seme del libro, 1982; A Breton - "paura di dimenticare le dita in un libro", Breton, 1989; Libro-campo, 1998, ecc.). Oltre che in numerose mostre personali, le sue opere sono state presentate nelle più significative rassegne internazionali (Biennale di Venezia, 1969, 1972, 1978, 1980, 1986, 1995; Documenta 7, Kassel, 1982; Biennale di San Paolo, 1973, 1981, 1994). B. ha continuato la sua attività storico-critica anche attraverso l'organizzazione di mostre (Artiste italiane tra linguaggio e immagine negli anni Sessanta e Settanta, 1998, Ferrara, Gallerie civiche d'arte moderna e contemporanea).

Artista, poetessa e performer di calibro internazionale, Bentivoglio si occupa di poesia visiva a partire dagli anni Sessanta. Come curatrice, ha svolto un ruolo cruciale nell’emancipazione delle donne dai contesti da lei stessa definiti “mostre-ghetto”. Questo a partire dall’Esposizione Internazionale di Operatrici Visuali, affidatale da Ugo Carrega al Centro Tool di Milano nel 1972, e soprattutto in “Materializzazione del linguaggio”, alla Biennale di Venezia del 1978.

Nel corso della sua multiforme attività, è riuscita non solo a valorizzare i lavori di moltissime poetesse-artiste, ma anche a raccogliere una collezione di grande forza e originalità, che offre un panorama completo di tutta l’arte verbovisiva femminile dagli anni Sessanta ai giorni nostri.

Ha svolto in Italia (dove risiede) attività letteraria e giornalistica dagli anni quaranta. Impegnata nel settore verbovisivo sia come artista sia come critico, è autrice, in italiano ed in inglese, di libri di poesie di sperimentazione scrittoria, e di volumi e saggi dedicati all’operatività internazionale tra linguaggio e immagine. Sul movimento marinettiano ha tenuto seminari, conferenze, lezioni, sempre indicando la matrice futurista delle neoavanguardie, di cui fa parte. Di lei Alfio Petrini scrive «Tra le opere che hanno maggiormente caratterizzato il lavoro della Bentivoglio segnalo la serie - di variegata potenza espressività - incentrata su due lettere dell'alfabeto: la O e la E. La O come lettera dell'alternativa. Come segno del tutto vuoto/tutto pieno, della regressione e della potenzialità. Come uovo archetipico, al quale hanno fatto riferimento, prima di lei, grandi artisti come Beato Angelico e Piero della Francesca. L'uovo come "mio segno costante - dice l'autrice - emblema della vita, simbolo cosmico della perpetuità e dell'origine". L'uovo come simbolo e come oggetto del quotidiano. Come emblema filosofico e come commestibile che porta con sé il profumo delle faccende domestiche. Come significato alto e basso allo stesso tempo, inscindibili. L'uovo è una sorta di linea d'ombra. E' una soglia. Da una parte ci pone al riparo dagli "eccessi di anima" (Barilli), e dall'altra ci protegge dagli eccessi di materialismo dilagante. [...] Se la lettera O esprime un'alternativa, la E significa congiunzione, giuntura, legame, raccordo, movimento, combinazione che mette insieme cielo e terra. Ma è anche segno di contrasto, contrario, opposizione, diversità, congiunzione irrisolta, accoppiamento fallito, e quindi errore, stasi, appiattimento, naufragio dell'esperienza. [...] L'artista torna ai primordi e si fa chimico più che alchimista. Combina, duplica, trasforma e restituisce "alla verbalità l'antica forza propulsiva dell'ideogramma", restando ben salda sul crinale che mette insieme dato cognitivo e dato sensibile.

Da questo punto di vista le lettere O ed E sono i segni di un procedimento che porta con sé la metafora della creazione artistica. Se la O riconduce ad unità di stile e di poetica valori opposti e contrari, la E ne salvaguarda la irriducibilità, rendendoli palpitanti come scintille di luce nel buio.

Tra le mostre personali:

1971, Galleria Schwarz di Milano

1973, Biennale di San Paolo

Klingspor Museum, Offenbach/Main

1977, Italian House di Rochester, New York Poetry Collection, Università di Buffalo

1978, Istituto Italiano di Cultura, New York

1981, Metronom, Barcellona

1987, Torre del Lebbroso, Aosta

1988, Writers’ Forum, Londra

1991, Art Center, Edewecht

1999, National Museum of Women in the Arts, Washington, DC

Tra le mostre collettive:

Biennale di Venezia: edizioni del 1969, 1972, 1978, 1980, 1986, 1995

Biennale di San Paolo: 1973, 1981, 1994

Documenta di Kassel, 1982

Centre Pompidou, Parigi: 1978, 1981, 1982

XI Quadriennale Nazionale di Roma (1986, sezione Emergenze Storiche)

Guggenheim Museum di Venezia, 1994

MOSTRE ED EVENTI ORGANIZZATI
1986 – DIECI ARTISTI DA COPERTINA – Museo della Permanente, Milano 23 gennaio- 23 febbraio.
1990 – SPECCHI D'AUTORE – Mostra in collaborazione con RIMADESIO – Borrini, Del Pezzo,Grignani, Pescador, Tadini - Galleria Il Gelso di Lodi
1991 – TINTO E RITINTO - Mostra di Nadia Nava. Grandi lavori che l'artista ha realizzato usando le antiche tecniche tintorie. Presentazione di Bruno Munari. Mercato del Pesce dal 9/12/1991 al 9/1/1992.
1992 – FOTOIDEA in collaborazione con Mirella Bentivoglio. Indagine su artisti che lavorano o hanno lavorato attorno al linguaggio fotografico. Mercato del Pesce dal 6/2 al 6/3.
1992 – VOCI - Mostra di Giuliano Giuman con presentazione di Paolo Thea.
Mercato del Pesce 1992 – MARITI IN CITTA' - Mostra di Adriano Altamira con presentazione di Francesco Poli. Mercato del Pesce dal 3/5 al 23/5 1992 – I PARAMENTI DELLO SPAZIO - Mostra dell'artista tedesca Renate Groh con presentazione di Mirella Bentivoglio. Mercato del Pesce dal 4/6 al 4/7 1992 – GIOCO DI SPECCHI – Trentacinque artisti invitati a misurarsi con un comune specchio formato 40x50.

Tra gli altri:
Mirella Bentivoglio, Alik Cavaliere, Lucio Del Pezzo, Gillo Dorfles, Franco Grignani, Emilio Isgrò, Bruno Munari, Concetto Pozzati, Mauro Staccioli, Emilio Tadini, Nanda Vigo. Mercato del Pesce dal 30/10 20/12 1993 – HO UNO SPECCHIO SENZA CORNICE - Mostra di Agostino Pisani. Mercato del Pesce dal 29/1 al 28/2. 1993 – PULCI E INCROCIATORI - Mostra di Lucia Pescador. Mercato del Pesce dal 4/3 al 4/4. 1993 – GIOCO DI SPECCHI - Mostra presso la galleria Schreiber di Brescia dal 3/4 al 3 /5. 1993 – UN ALBERO DI PAGINE - Mostra di Mirella Bentivoglio con presentazione di Rossana Bossaglia e Gillo Dorfles. Mercato del Pesce dal 22/4 al 22/5. 1993 – IL GIOIELLO POVERO – Gioielli realizzati da artisti con materiali comuni come legno, vetro, pietra, ferro, carta, ecc. Tra gli altri: Mirella Bentivoglio, Lucio Del Pezzo, Bruno Munari, Nunzio, Antonio Trotta, Nanda Vigo. Mercato del Pesce dal 25/11 al 22 /12. 1994 – ARTE PORTATILE – Mostra in collaborazione con la galleria Il Gabbiano di La Spezia. Trentanove artisti presentano opere che possono essere indossate o portate. Tra gli altri: Guglielmo Cavellini, Philip Corner, Romeo Gigli, Piero Gilardi, Bruno Munari, Nam June Paik, Takako Saito, Antonio Trotta, Ben Vautier. Mercato del Pesce dal 24/3 al 24/4 1994 - IL GIOIELLO POVERO – Mostra presso la galleria Schreiber di Brescia 1995 – GRAFIE LUMINOSE – Mostra di Oki Izumi con presentazione di Mirella Bentivoglio e Bruno Munari. Mercato del Pesce dal 14/2 al14/3. 1995 – EL VIAJE – Mostra di Silvia Levenson e Florencia Martinez con presentazione di Lucilla Saccà. Mercato del Pesce dal 4/5 al 4/6. 1995 – MUSICA IN FREEZER – Rassegna di musica contemporanea inedita di noti compositori come: Rocco Abate, Franco Donadoni, Ada Gentile, Arduino Gottardo, Salvatore Sciarrino, Pier Luigi Zangelmi. Mercato del Pesce dal 7 marzo al 21 maggio 1996 – GALEOTTO FU IL LIBRO – Rassegna di libri oggetto con presentazione di Lorella Giudici. Mercato del Pesce dal 18/4 al 31/5 1996 - GALEOTTO FU IL LIBRO – Rassegna di libri oggetto presso la galleria Schreiber di Brescia 1996 - GALEOTTO FU IL LIBRO – Rassegna di libri oggetto presso la Biblioteca comunale di Arese (MI). 1997 – MADRENATURA – Mostra organizzata per conto dell'Istituto dei Tumori di Milano. Catalogo Prearo con presentazione di Lorella Giudici. Palazzo dei Martinitt, Milano dal 5 al 31/3. 1997 - GIOCO DI SPECCHI – Mostra presso la galleria Ad Arte di Milano 2000 – TANTO DI CAPPELLO – Mostra presso la galleria Schreiber di Brescia dal 31/3 al 30/4.

http://www.fondazionebonotto.org/poetry/bentivogliomirella/edition/1791e.html

Mirella Bentivoglio, Franca Zoccoli - Le futuriste italiane nelle arti visive - De Luca Editori d’Arte

Un libro da non perdere perchè, oltre alla importante riscoperta di questa parte del Movimento Futurista, è uno spaccato della vita quotidiana, culturale ed intellettuale del secolo scorso

Le futuriste italiane nelle arti visive di Mirella Bentivoglio e Franca Zoccoli

Recensioni:
“In quegli anni il Futurismo stava cominciando a gettare acqua sul fuoco della sua misoginia.”

Valentina De Saint Point, Giannina Censi, Rougena Zatkova, Benedetta Cappa, Alma Fidora, Olga Biglieri, Wanda Wulz, Marietta Angelini, Maria Ferrero Gussago, chi sono costoro? Nomi forse poco noti ma che rappresentano, insieme a molti altri, “un ulteriore aspetto del futurismo” e cioè l’importante segno che un consistente numero di artiste, hanno lasciato nella storia del movimento.

È opinione abbastanza diffusa che il Futurismo nasca come un movimento che si declinasse principalmente al maschile.   Infatti i nomi che si legano a questa espressione culturale e che più facilmente vengono alla mente, sono   di uomini a partire da Marinetti: si ricordano Boccioni, Russolo, Balla, Severini, Depero,   Prampolini, Carrà, Funi, eccetera.
Forse proprio per questo, il destino che accomuna questo nutrito gruppo di donne è stato quello di “essere dimenticate”, come dice Franca Zoccoli la quale assieme a Mirella Bentivoglio ci propone il bel lavoro Le futuriste italiane nelle arti visive.
Le Autrici si sono poste come obiettivo quello di ripercorrere questa storia meno nota   del trentennio futurista, fornendoci una serie di ritratti delle artiste che l’hanno vissuto, ed interpretato. Una ricerca meticolosa e non sempre facile la loro, che le ha portate ad analizzare tutti i documenti e le testimonianze che hanno potuto trovare, presso archivi, collezioni private, biblioteche.
Ne escono profili di donne estremamente diverse fra loro, con ricche storie personali, spesso molto tempestose, sottolineate da scelte di vita trasgressive per quei tempi, in ogni caso fuori dal comune, ma soprattutto dotate di straordinarie capacità artistiche. Probabilmente il tutto era dovuto al fatto che molte di loro si erano liberate dagli stereotipi del loro tempo, che voleva le donne solamente spose, madri e casalinghe. Infatti non è così raro trovare fra di loro grandi viaggiatrici che si avventuravano per il mondo alla guida di aerei o di motociclette.

La sfida futurista ha come intento il rivoluzionare ogni aspetto della vita, non soltanto limitatamente a   quanto riguarda le arti, come la pittura e la scultura.
Si entra infatti nel merito non solo della musica, della poesia, del teatro, della letteratura, della danza, ma si considerano anche gli oggetti di uso quotidiano, perfino della gastronomia; si determina, nelle donne che percorreranno questa esperienza, la voglia di aderire a questa corrente che dà loro la possibilità di mettere alla prova le loro ambizioni e di conseguenza le loro capacità personali.

Sintetizzare o riassumere quanto Mirella Bentivoglio e Franca Zoccoli hanno costruito attorno a queste figure così prorompenti, sarebbe sminuire il grande sforzo delle autrici.
Vogliamo comunque sottolineare brevemente alcuni dei nomi presenti nel volume, come Rougena Zatkova, nata in Boemia ma, stabilendosi a Roma all’inizio del secolo, entra di fatto a far parte del futurismo italiano ed è nota per un suo splendido ritratto a Marinetti del 1920.
E ancora Adrì, al secolo Adriana Bisi Fabbri, donna dotata di grande ironia che, invitata nel 1912 al prestigioso Salon des Umoristes di Parigi, presentò un suo lavoro rappresentante le mani di un futurista che tenta di strozzare Monna Lisa la quale, nonostante tutto, continua a sorridere.
Pagine molto belle sono dedicate all’artista Benedetta Cappa, che fu moglie di Marinetti, donna bellissima e di grande personalità. Nel suo lavoro si presenterà solo come Benedetta, rinunciando al cognome del padre e successivamente a quello del marito; dirà infatti: “Non voglio freni, voglio essere io solamente.”
Senza dimenticare la ballerina Giannina Censi che attratta dalla “sperimentazione” troverà nella filosofia futurista il modo per dare l’inizio all’era della danza moderna.

Infine è impossibile non citare le sorelle Marietta e Nina Angelici, domestiche fin da giovanissime della famiglia Marinetti. Assorbono in pieno l’aria geniale ed artistica che si respira fra le mura di casa e non mancano di contribuire alla storia del futurismo, soprattutto per merito di Marietta, con alcuni lavori, fra i quali è da ricordare il “Ritratto di Marinetti”, realizzato con la tecnica delle “parole in libertà”.

DONAZIONI:
18 novembre 2011 - 22 gennaio 2012
La Donazione Bentivoglio
Di Mirella Bentivoglio con la direzione scientifica Gabriella Belli e la collaborazione di Daniela Ferrari

All’inizio degli anni Settanta la presenza femminile nel panorama dell’arte era davvero sconfortante. Non per qualità delle opere, ma per consistenza del numero di artiste e per una seria difficoltà di accesso alle esposizioni, alla critica e al mercato.

A quarant’anni di distanza la situazione è radicalmente cambiata, anche in Italia. Una parte del merito spetta sicuramente a Mirella Bentivoglio.
Questa collezione, composta di circa 300 opere, è stata ora donata da Mirella Bentivoglio al Mart.
Il pubblico potrà ammirarne un’ampia selezione nella mostra “La donazione Bentivoglio”, al Mart di Rovereto dal 19 novembre 2011 al 22 gennaio 2012.

A cura di Mirella Bentivoglio con la direzione scientifica Gabriella Belli e la collaborazione di Daniela Ferrari, la mostra testimonia l’assoluta internazionalità delle ricerche verbovisuali, con 19 paesi rappresentati.
Tra le opere di particolare interesse, “Cubes”, 1974 di Rimma Gerlovina. Si tratta di piccole scatole contenti scritte in russo. Spedite per posta come “giocattoli” dall’artista a Mirella Bentivoglio, sono state esposte, insieme alle opere di altre artiste dell’Est Europeo, alla Biennale del 1978 ufficialmente boicottata dal blocco sovietico.
Importanti anche gli “ideogrammi modificati” della giapponese Chima Sunada come “Sparire”, del 1976. Come nota Bentivoglio nel testo del catalogo alla mostra, “la sperimentazione verbovisiva, o poesia ottica che dir si voglia, in un modo o nell’altro riconduce la scrittura alla propria matrice ideografica”. Queste pratiche hanno avuto come effetto quello di promuovere una globalizzazione espressiva. Nelle “partiture verbali” di Paula Claire, che stupì alla Biennale del ‘78 leggendo venature di foglie, è testimoniata una simile tendenza al distacco tra la scrittura e il contesto verbale.

Infine, la mostra documenta estesamente il tema della fusione di corpo e linguaggio, argomento centrale per artiste come Anita Cheng, Ketty la Rocca, Maria Lai o Aurelia Munoz. L’identificazione di un corpo femminile con una lettera (Ketty la Rocca, “Il corpo e il linguaggio (“J”), 1969-70), scrive sempre Bentivoglio, è “quasi un rovesciamento di segno, vista la frequente presenza di nudità femminili nella consueta produzione figurativa maschile.”

Bibliografia

Riccardo Boglione. Il colpo di dado di Mirella Bentivoglio. Museo Comunale d'Arte moderna, Senigallia, 2012.

Poesia visiva. La donazione di Mirella Bentivoglio al MART, Silvana editoriale, Milano, 2011.

Mirella Bentivoglio, Mirella Bentivoglio: dalla parola al simbolo, Palazzo delle esposizioni (Roma), Pubblicato da De Luca, 1996 ISBN 88-8016-175-X, 9788880161752

L'arte delle donne nell'Italia del Novecento: nell'Italia del Novecento. Di Convegno Donne e arti visive nella cultura italiana del Novecento, Laura Iamurri, Sabrina Spinazzé. Pubblicato da Meltemi Editore srl, 2001.

La Biennale di Venezia: annuario 1979 : eventi del 1978 Di Marie-George Gervasoni Salvetti, Archivio storico delle arti contemporanee. Pubblicato da s.n., 1982 ISBN 88-208-0290-2, 9788820802905

Tra linguaggio e immagine, Galleria Il Canale, Venezia, 1976.

La Poesia visiva (1963-1979), (1963-1979) la poesia visiva: Firenze, Sala d'arme di Palazzo Vecchio, 15 dicembre 1979-12 gennaio 1980. Di Luciano Ori, Gillo Dorfles. Pubblicato da Vallecchi, 1979

Volùmina, Di Mirella Bentivoglio. Pubblicato da Comune di Senigallia, 1990

Bibliografia della poesia italiana d'avanguardia: poesia visiva, visuale, concreta e fonetica. Di Matteo D'Ambrosio. Pubblicato da Bulzoni, 1977

Nella Giambarresi: macchina per scrivere. Di Nella Giambarresi, Mirella Bentivoglio. Pubblicato da "La Cuba d'Oro" Associazione Culturale, 1999

Mirella Bentivoglio, la poesia fatta pietra. Di Mirella Bentivoglio, Pinacoteca e musei comunali, Macerata. Pubblicato da Coopedit Macerata, 1984

Carte di Artemisia: artiste del '900 dall'archivio di Vittoria Surian. Di Paola Levi Montalcini, Mirella Bentivoglio, Carlo Emanuele Bugatti. Pubblicato da Commissione Pari Opportunità, Regione Marche, 2003

Pubblicazioni e archivi:

Bibl.: M. Bentivoglio, "Dalla parola al simbolo", Edizioni De Luca, Rome, 1996, p. 59;
B. Rescio, "Mirella Bentivoglio, una poetica del significare", Edikon Documento 6, Roma, 1979, p. 18; "Bentivoglio 10 dicembre 1971 - 31 gennaio 1972", Galleria Schwarz, Milano, 1972, p. 5;
"The Visual Poetry of Mirella Bentivoglio", Edizioni De Luca, Rome, 1999, p. 49.

Bentivoglio, Mirella Mirella Bentivoglio Barcelona : Metronom, 1982?
[opac SBN] [Testo a stampa] [Monografia] [IT\ICCU\RMS\1486653]

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