Titolo opera: s.t.

Codice: 037

Artista: Maria Lai (1919-2013) Ulassai (Sardegna)

Anno opera: 1979

Nazione: Italia

Supporto: carta

Tecnica: mista

Dimensioni: 40x29

Stile: concettuale, Ready-made

Corrente artistica: contemporanea, post futurismo

Stato conservazione: buono, piccolo strappo in basso

Ubicazione opera originale:Parma, 

Descrizione: firmato dall’autrice nel retro

 

Maria Lai nasce il 27 Settembre 1919 a Ulassai e muore a Cardedu il 16 aprile del 2013.

Figlia di Giuseppe e Sofia Mereu, Maria Lai è seconda di cinque figli, zia del fotografo Virgilio Lai e della scrittrice Maria Pia Lai Guaita. Durante l'infanzia è di salute piuttosto cagionevole, il che la porta ad essere trasferita per i mesi invernali dal paese di Ulassai alla pianura di Gairo per potersi riprendere: viene ospitata da zii contadini senza figli.

Nei mesi invernali salta completamente le scuole materne ed elementari; in completo isolamento inizia a scoprire e cogliere in sé l'attitudine per il disegno. La famiglia decide in un secondo momento di iscriverla alle scuole secondarie a Cagliari, dove ha la fortuna di conoscere il suo maestro di Italiano Salvatore Cambosu. Egli per primo comprende le difficoltà della bambina nell'inserimento scolastico e per primo scopre la sua sensibilità artistica; grazie a lui, la giovane allieva ulassese si farà carico dell'importanza e del valore del Latino e delle poesie e scoprirà "il valore del ritmo delle parole che portano al silenzio". Nel 1939, "se pur con tante difficoltà", decide di continuare la sua ricerca del segno, iscrivendosi al Liceo Artistico di Roma, dove conosce maestri di scultura come Angelo Prini e Marino Mazzacurati, che vedono subito in lei un segno maturo e molto maschile, estremamente essenziale e rapido. Completati gli studi al Liceo, partirà alla volta di Verona e, appena dopo, di Venezia, poiché la seconda guerra mondiale impedisce il suo ritorno in Sardegna.

Trasferitasi a Venezia senza aiuto finanziario alcuno da parte della famiglia, s'iscrive all'Accademia di Belle Arti, dove frequenta un corso di scultura tenuto dall'artista Arturo Martini e da Alberto Viani. Nell'ambiente accademico veneziano incontra diverse difficoltà. Inizialmente è disarmante per lei la figura del suo maestro, che fatica a accettare le donne nel mondo dell'arte; inoltre egli in quel tempo attraversa una crisi poetica e solo in un secondo momento inizia a comprendere quanto siano importanti le sue lezioni, trovando diverse affinità con Cambosu, cioè sul valore del ritmo, "in questo caso nella Scultura".

 

Nel 1945 decide di tornare in Sardegna in modo rocambolesco, con delle scialuppe di salvataggio dal porto di Napoli a quello di Cagliari. Sull'isola resta sino al 1954; nel frattempo riprende l'amicizia con Salvatore Cambosu e insegna Disegno presso delle scuole elementari della città e di alcuni paesi, di questo periodo è l'amicizia con lo scrittore e artista Foiso Fois. Nel 1947 venne tratto in agguato in un tentativo di sequestro di persona il fratello maggiore Gianni, presso Monte Codi in territorio di Ulassai, si salvò per miracolo, grazie al pronto intervento di una camionetta di soldati americani in transito in quella zona. Ritorna a Roma nel 1954, portando con sé un bagaglio di profonda tristezza, a causa dell'assassinio del fratello minore Lorenzo, accaduto lo stesso anno nei pressi del paese natale. Nel 1957, presso la Galleria L'Obelisco di Irene Brin, terrà la sua prima personale con i disegni a matita dal 1941 al 1954; potrà nel frattempo aprire un piccolo studio d'arte, intraprendere rapporti d'amicizia con artisti del calibro di Jorge Eduardo Eielson, e nel frattempo comparire in alcuni servizi dell'Istituto Luce. Dopo la mostra, pare andar tutto per il meglio; ma ad un tratto decide di ritirarsi dal mondo dell'arte, in un silenzio che l'accompagnerà per circa 10 anni: una crisi poetica che la tiene lontana da gallerie e artisti, ma che l'avvicina al mondo dei poeti e degli scrittori. Per tutti gli anni sessanta, infatti, coltiva un rapporto di amicizia e di collaborazione con lo scrittore Giuseppe Dessì, dirimpettaio di casa sua a Roma. Nel 1963 ci fu un'altra violenta sparatoria tra carabinieri e banditi presso la sua casa di campagna dove già da tempo risiedevano i genitori, per via di un ennesimo tentativo di sequestro ai danni del cognato. Attraverso lo scrittore riscopre il senso del mito e delle leggende della sua terra, trae profonda ispirazione dai suoi libri, capisce ancora di più quanto sia importante e privilegiata la sua origine sarda. In questo silenzio romano, osserva le correnti emergenti contemporanee, come l'Arte Povera e l'Informale, e di li a poco comprende quanto fossero importanti le lezioni di Martini (inizialmente vissute come un completo fallimento), le parole di Cambosu, le tradizioni, i miti e le leggende della sua terra natia. Intervenendo sulla materia attraverso gli oggetti ansiosi Ready-made del telaio e della magia del suo utilizzo, del pane e degli oggetti del passato arcaico sardo, inizia il suo percorso, che vede il passato come indagine del futuro.

 

Il 1971 è per lei un anno triste e al contempo estremamente fecondo di attività: triste perché nel settembre muore in un incidente aereo l'unico fratello rimasto, Gianni; mentre a livello artistico, presso la Galleria Schneider di Roma, espone i primi Telai, la mostra fu a cura di Marcello Venturoli, un ciclo che caratterizza tutti i dieci anni successivi. Un avvicinamento all'arte tessile favorito dall'incontro con il maestro Enrico Accatino che inizia a operare per il rilancio dell'arte tessile, coinvogendo anche alcune manifatture sarde. Nel 1976 conosce Angela Grilletti Migliavacca, proprietaria e direttrice della galleria Arte Duchamp di Cagliari e sua futura curatrice personale, con la quale poi avrà un rapporto di lavoro e d'amicizia pruridecennale. Nel 1977 conosce la storica dell'arte Mirella Bentivoglio la quale l'anno successivo permetterà a Maria di sbarcare alla Biennale di Venezia. Gli anni ottanta del XX secolo, invece, sono caratterizzati dal ciclo delle Geografie e dei Libri cuciti. Iniziano a chiederle delle collaborazioni per delle copertine (p. es. il libro vero di Giulio Angioni, A fogu aintru, EDeS, 1978, con disegni di Maria Lai), e tantissime altre, ma soprattutto iniziano le prime operazioni sul territorio: "Legarsi alla Montagna", per esempio, è l'opera che la porta alla realizzazione delle future opere nel paese di Ulassai, a Roma stringe amicizia con Bruno Munari e a New York con Costantino Nivola. In questi anni spesso realizza anche installazioni effimere ed opere in altre città, non solo in Sardegna. Negli anni novanta le sue opere appaiono come una reinterpretazione del suo percorso complessivo ed i vari cicli si assemblano armonicamente l'uno con l'altro; la velocità inattesa dei segni-disegni si fonde con i grovigli di fili e di corde di telaio e di geografie. In questo contesto storico il suo lavoro sarà molto apprezzato anche a livello internazionale, a questi anni risale l'amicizia con lo stilista Antonio Marras e le cantanti Marisa Sannia e Elena Ledda. Nel 1983 continua con gli interventi sul territorio a Orotelli con “L’alveare del poeta” , opera dedicata a Salvatore Cambosu e “La disfatta dei varani” a Camerino in provincia di Macereata.

Fra il 1992 e il 1993 realizza a Ulassai “ La strada del rito”, “Le capre cucite” e “La scarpata”.

Nel 1993 lascia definitivamente Roma e si stabilisce a Cardedu.

Nel 1995 inizia la sua collaborazione con la compagnia teatrale “Fueddu e Gestu” con la rappresentazione “Maria Pietra”.

Maria Lai amava i testi e le poesie di Giorgio Caproni, ma non volle mai conoscerlo personalmente.

Dal 1999 al 2001 si dedica al progetto per il Museo dell’olio della Sabina a Castel Nuovo di Farfa.

Dal 2002 realizza diversi interventi sul territorio di Ulassai : “I pensieri sull’arte”, “Il muro del groviglio” (2004) e “La casa delle inquietudini” (2005)

Nel 2004 le viene conferita la laurea honoris causa in Lettere all’Università degli Studi di Cagliari per il tratto fortemente narrativo e concettuale della sua opera, che si realizza però con tecniche tradizionali, arcaiche.

L’8 luglio 2006 viene inaugurato nei vecchi caseggiati dell’ex stazione di Ulassai il Museo di Arte Contemporanea, la Stazione dell’arte, con la donazione di circa 140 opere da parte dell’artista, fra le più significative del suo percorso. Nel 2008, l'ex Presidente della Regione Sardegna Renato Soru donò al Papa Benedetto XVI il libro cucito "Da Tanto Tempo" di Maria Lai, in occasione della visita pastorale di quest'ultimo in Sardegna.

Maria Lai quando si trovava a Venezia nel periodo della Accademia, strinse amicizia con i coniugi Girotti, genitori di Terence Hill e conobbe l'attore bambino molto piccolo.

Maria Lai amava le produzioni cinematografiche di Stanley Kubrick in particolare 2001: Odissea nello spazio grazie alla quale trovò ispirazione per diverse sue opere.

Del 2009 è “La cattura dell’ala di vento” al parco eolico di Ulassai.

Nel 2011 vince il prestigioso “Premio Camera dei Deputati per il 150° dell’Unità d’Italia” con l’opera “Orme di leggi”.

Nel 2012 partecipa con uno spazio tutto suo a Pulse “Fiera Internazionale d’arte Contemporanea” a Miami.

Le sue opere sono entrate nelle Istituzioni più importanti, quali Palazzo Grassi di Venezia con la mostra "Italic" a cura di Francesco Bonami, a Palazzo Mirto e a Villa Borghese di Roma.

Dopo le recenti esposizioni negli Stati Uniti e in prestigiose manifestazioni europee, Maria Lai è considerata riconosciuta come una tra gli artisti più significativi della Sardegna.

A distanza di sei mesi dalla sua morte è stato promosso un convegno in suo ricordo da Laura Boldrini Presidente della Camera dei Deputati presso la Sala della Regina a Palazzo Montecitorio.

Nel 2015, in omaggio al suo legame con UIassai, è stato istituito il premio "Legarsi al territorio", un concorso ideato dall’INU Istituto Nazionale di Urbanistica, sezione Sardegna, e dall'Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti delle province di Nuoro e Ogliastra, con il patrocinio del Comune di Ulassai.
Il premio è andato al progetto "Intrecci di Paesaggio" del gruppo composto dall'architetto Danila Pintus e dagli ingegneri Valentina Amorino e Glauco De Agostini.

 

Opere collocate in luoghi pubblici:

Lo stesso argomento in dettaglio: Museo all'aperto Maria Lai e Lavatoio Comunale di Ulassai.

Secondo l'opinione dell'artista l'opera più importante che ha realizzato è Legarsi alla montagna.

"Orme di leggi", 2011, presso la Nuova Aula dei Gruppi Parlamentari, Palazzo Montecitorio Roma

"Cucire e ricucire sul diritto e sul rovescio", 2010, presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cagliari. "Il Tempo dell'arte", 1998, presso il Museo Su Logu e s'iscultura Tortolì, "La cattura dell'ala del vento", 2009, presso il Parco Eolico di Ulassai, "Omaggio a Grazia Deledda", 2012, presso la Chiesa della Solitudine a Nuoro.

Riconoscimenti:

Laurea honoris causa nel 2004

Premio speciale della giuria al Premio Dessì nel 2007

Premio speciale della giuria al Premio Ciampi nel 2012

Maria Lai nelle collezioni pubbliche

Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.

Museum of Modern Art di New York (Moma).

Centro Georges Pompidou di Parigi.

Galleria nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma.

MUSMA di Matera.

Museo d'Arte della provincia di Nuoro.

Galleria comunale d'arte di Cagliari.

Museo d'arte contemporanea Masedu.

Collezione Soddu-Tanda, di Pietro Soddu a Benetutti.

Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (MART) Donazione Mirella Bentivoglio

Maria Lai nelle collezioni private

Collezione Renato Alpegiani, Torino


Mostre personali

1953 Cagliari Gli amici del Libro

1956 Cagliari Gli amici del Libro

1956 Palm Beach Little Gallery

1957 Roma Galleria L'Obelisco

1958 Stoccolma Nordiska Companiet

1961 Roma Galleria L'astrolabio

1963 Roma Galleria L'albatro

1971 Roma Galleria Schneider

1975 Cagliari Arte Duchamp, "Tele e collages"

1977 Savona Galleria Il brandale

1977 Nuoro Galleria Chironi

1977 Cagliari Arte Duchamp

1978 Biennale di Venezia, Libro scalpo, Libro Pianto

1979 Roma Centro Morandi

1979 Bologna Arte Fiera (personale presso la “Arte Duchamp”)

1980 Cagliari Arte Duchamp, "Scritture"

1980 Roma Spazio Alternativo

1980 Trieste Studio Tommaseo

1981 Ulassai "Legarsi alla Montagna"

1982 Ulassai Lavatoio Comunale

1982 Perth Australia Quentin Gallery

1983 Bari Centrosei

1983 Sydney Yvan Dougherty Gallery

1983 Roma Spazio Documento, il paese dei nastri celesti

1983 Orotelli, l'alveare del poeta

1983 Camerino, la disfatta dei varani

1984 Roma Spazio Documento, Tenendo per mano il sole

1984 Roma Calcografia Nazionale, artisti al lavoro, Maria Lai Franca Sonnino

1986 Prato, Teatro Comunale, lettere al lupo

1987 Torino, Quantica Studio

1989 Hannover Biblioteca dell'Università

1990 Roma Studio Stefania Miscetti: La leggenda di Maria Pietra

1992 Napoli Galassia Gutemberg Oltre le indie Libri in stoffe

1992 Castel di Tusa (ME), Atelier sul Mare, Su barca di carta mi imbarco

1994 Roma scuderie di Palazzo Ruspoli, Inventare altri spazi

1996 Venezia Scuola di Grafica Internazionale, Ca de janas

1998 Cagliari, Man Ray Janas

2006 Ulassai Inaugurazione Stazione dell'arte

2008 Roma Festival Internazionale del Cinema, Ansia d'Infinito

2011 Venezia, Premio Venere nera

2011 Roma Premio Camera dei deputati, 150 anni dell'Unità d'Italia, Orme di Leggi

2012 Miami U.S.A, Pulse "Fiera Internazionale d'Arte Contemporanea

2013 Milano Nuova Galleria Morone, "Tra fiabe, miti e leggende: le Tracce di un dio distratto"

2013 Bologna Museo d'arte moderna di Bologna "Autoritratti"

Mostre post mortem[modifica | modifica wikitesto]

2013 Catanzaro MARCA, Museo delle Arti, "Bookhouse"

2013 Mirano Harmonia Plantarum, Museo La Barchessa

2013 Venezia Tracce di un Dio Distratto, Biennale di Venezia

2014 Matera MUSMA, Retrospettiva, Maria Lai opere dal 1942 al 2011

2014 Nuoro MAN, Cagliari Palazzo di città, Ulassai Stazione dell'arte e Museo a cielo aperto, Retrospettiva dal titolo "Ricucire il mondo" 300 opere dagli anni Quaranta ai Duemila.

2015

2015 – Milano – Fondazione Stelline – Essere è tessere

2015 – Krems – Galerie Stadpark – In the Interim: Maria Lai

2015 – Torino – Museo Ettore Fico – Vanità/Vanitas – Non la parola fine ma la fine delle parole

Maria Lai Ricucire, 1990 acciaio e rame, dimensioni variabili Torino, Collezione Fondazione Ettore Fico, Donazione Renato Alpegiani Fotografia Beppe Giardino


Altre opere: